Nicoletta Dosio è un’attivista e volto storico del Movimento No Tav da più di venticinque anni e da sempre si impegna nelle problematiche dell’ambiente, dell’istruzione e non solo. Figlia di operai e insegnante in campo umanistico dal 1973 fino al 2006, ha sempre partecipato alla vita politica e sociale del territorio piemontese, attraverso le numerose lotte a cui ha partecipato.

Prima della nascita del Movimento No Tav, ha ad esempio partecipato alla lotta contro il mega-elettrodotto “Grand-Ile Moncenisio-Piossasco”, che avrebbe sconvolto la Val di Susa, ed alla battaglia per aprire un liceo scientifico pubblico nella zona della media Valle – prima assente. Insieme ad altri Valsusini si è anche opposta alla costruzione dell’Autostrada Torino-Bardonecchia, purtroppo senza successo.

Ha partecipato e solidarizzato con le lotte sindacali in varie fabbriche del territorio piemontese ed è stata una figura traino per la campagna contro il nucleare e contro la privatizzazione dell’acqua. Da sempre impegnata contro le guerre – dalla Jugoslavia all’Iraq e l’Afghanistan – a partire dalle manifestazioni contro le basi di Comiso e Sigonella, si è sempre battuta anche per il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione del popolo Palestinese.

Per il Movimento No Tav, che ha contribuito a far nascere nell’89, è stata invitata in numerosi incontri in tutta Italia – e non solo – per spiegare e comunicare la situazione della lotta, intessendo solidi rapporti di rete con i movimenti delle varie città che attraversava.

Nicoletta si è spesa in prima persona per combattere la repressione che da sempre si è scatenata contro tutti i Movimenti di lotta e che si è manifestata oltre che con processi e anni di carcere anche con l’imposizione di pesantissime misure cautelari. Ed è proprio violando tali misure che Nicoletta ha voluto mettere in pratica l’opposizione allo stato di polizia che trova nel Decreto Minniti-Orlando la sua più compiuta realizzazione. Questa ribellione ha reso attuale l’idea inascoltata dei padri costituenti espressa in quello che avrebbe dovuto essere il primo articolo della Costituzione: “Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino”.

La sua vita e la sua personalità trasmettono un messaggio di resistenza, lo stesso che anima il  Movimento No Tav, e che deve diventare pratica per tutti i popoli e per tutte le rivendicazioni: i diritti non si possono elemosinare, si conquistano nelle strade e nelle piazze, là dove vivono le lotte


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